Malumore post-vacanze… occasione per ri-partire!

articolo su malumore post-vacanze

sindrome da rientro, depressione post vacanza, holiday blues

il linguaggio è ricco di termini per dar voce ed anche esasperare un vissuto che rappresenta un naturale processo di ri-adattamento alla propria quotidianità, dopo un periodo più o meno prolungato di ferie.

Una sensazione di noia ed apatia, alterazioni del sonno, ansia per il rientro al lavoro, difficoltà a trovare adeguata concentrazione, mal di testa, irritabilità, spossatezza, sono sintomi che possiamo sperimentare dopo aver staccato per un certo tempo la spina dalla routine quotidiana. Sintomi che nella maggior parte delle situazioni tendono a dissolversi nel giro di qualche giorno. 

In realtà, non esistono statistiche ufficiali che documentano questo processo di riadattamento, non trattandosi appunto di una malattia, ma si stima che a soffrirne sia il 50% dei vacanzieri, con una maggiore incidenza nelle persone fra i 25 e i 45 anni e soprattutto fra le donne, che si ritrovano molto spesso a farsi carico della casa, degli impegni lavorativi e della famiglia.

Sul web piovono consigli e suggerimenti su come affrontare efficacemente il mal da rientro… ma se invece di concentrarci sui metodi per sbarazzarcene provassimo a capire che significato può avere nella nostra vita quel diffuso malumore che accompagna il ritorno a casa?

Ciò che una vacanza può farci sperimentare è una maggiore sensazione di libertà, soprattutto nello scegliere come usare il proprio tempo, allontanandoci temporaneamente da molte delle responsabilità e degli oneri che durante l’anno ci sovraccaricano. La possibilità di avere abitudini diverse, dando priorità ad attività che ci piacciono particolarmente, potrà generare fatica psicofisica nell’affrontare nuovamente il passaggio alla solita routine.
In vacanza possiamo anche sperimentare nuovi modi di essere, di vivere e nuovi punti di vista, e in alcuni casi tendiamo a fantasticare su come potrebbe essere la nostra vita in quei luoghi, immaginando di stravolgere tutto catapultandoci lì. Quasi rincorrendo una vita ideale, molto diversa dall’attuale.

Spesso le aspettative che si ripongono in una vacanza tendono a mitizzarla, come se in quello spazio tempo dovessimo necessariamente ritrovare le massime punte di divertimento, relax, soddisfazione e felicità dell’intero anno. E più realisticamente, invece, anche il periodo di ferie può configurarsi come un ulteriore quotidiano, in cui sperimentiamo convivenze, nuovi adattamenti ed abitudini.

La fase del rientro può assumere sfumature diverse, in base alle aspettative che riponevamo nel viaggio, al grado di soddisfazione generale della vacanza e a tutto quello che abbiamo lasciato e ritrovato e che caratterizza l’organizzazione della nostra vita quotidiana.

E’ molto probabile che se la meta del nostro viaggio è stata particolarmente gradita, avremo nell’immediato meno desiderio di rientrare e anche più nostalgia dei luoghi visitati. Allo stesso tempo, però, possiamo contare su maggior vitalità ed entusiasmo per stemperare l’effetto rientro. In ogni caso la vacanza può continuare ad accompagnare le nostre giornate attraverso racconti, fotografie, ricordi, ma anche nuove abitudini da integrare nel nostro abituale stile di vita.
Se invece la vacanza non ha soddisfatto le nostre aspettative avremo meno motivazioni ed energie a cui attingere per riaffrontare il quotidiano.

In ogni caso, il momento del rientro può risultare faticoso e in generale il malumore che ci accompagna sembra aggravarsi con la constatazione di dover riprendere attività che non ci gratificano fino in fondo o di ritornare ad abitudini vissute come monotone o relazioni conflittuali a casa e al lavoro.

Quello che ci sembra interessante non è quindi come affrontare il rientro, ognuno può trovare strategie differenti in base a propri interessi e caratteristiche, piuttosto ci sembra importante proprio quel momento di ri-congiunzione che ci ri-immette nel ritmo consueto e che può indurci a riflettere sulle scelte che facciamo ogni giorno, sulle nostre soddisfazioni e le nostre frustrazioni, su quello che non ci piace e vorremmo cambiare.

Quel malumore quasi fisiologico da rientro, può rappresentare quindi un prezioso momento di ripensamento del proprio quotidiano… un processo che può smuovere motivazioni ed energie di cambiamento, rappresentando una nuova partenza verso territori inesplorati della propria vita… una possibilità di rivedere progetti, desideri, ma anche abitudini.

E così invece di lasciarci travolgere da una corsa continua, affrettando anche il riadattamento nel minor tempo possibile, lasciamoci la possibilità di vivere questa fase di passaggio, ascoltando le nostre sensazioni ed emozioni, che forse vanno al di là di un mal di testa o di un generico malumore. In questo modo la nostalgia dei luoghi e più in generale l’esperienza vissuta in vacanza potranno aiutarci a ridefinire tempi, abitudini e progetti di vita.

Molti sostengono che l’anno inizi a settembre… il mese della ri-progettazione, ed ecco che tornati dalle vacanze… si riparte!

Marzia Roberto
Psicologa – Psicoterapeuta

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