Il Piccolo Principe e l’emozione del volo

“Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che ce ne faremo.
Ma questa è la condizione stessa dell’esistenza.
Farsi primavera, significa accettare il rischio dell’inverno.
Farsi presenza, significa accettare il rischio dell’assenza.”
(Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry)

Locandina film il piccolo principeChi non conosce il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry?!… il fanciullo dai capelli color dell’oro che ricordano i campi di grano, che lascia il suo asteroide B612 per intraprendere un viaggio alla scoperta di pianeti abitati da bizzarri personaggi! 
Ognuno di noi in qualche modo ha accolto il piccolo principe sul proprio piccolo pianeta, leggendo o ascoltando questa magica storia e sognando, perché no, di averlo incontrato o aver parlato con lui. 

Bene…il 2016 ce lo ha portato nelle sale. La produzione del film è Francese, la regia statunitense. Mark Osborne si cimenta nell’adattamento cinematografico di un’opera che sembra semplice rappresentare, perché semplice è la storia, immediati i messaggi che veicola e i personaggi che racconta, ma… difficilissimo è riuscire nel tentativo di rendere la stessa delicatezza, poesia, genuinità e ingenuità del racconto originario, del 1943.

La critica perlopiù lo critica… ma in sala sono scese lacrime, si è riso di gioia e di malinconia.

Mark Osborne, con questo film, fa un tentativo interessante… utilizza il racconto di Saint-Exupéry per calarlo in una storia dei giorni nostri, facendo diventare il piccolo principe quel percorso di scoperta di un mondo fantastico, per una bambina di 9 anni, destinata a diventare adulta prima del previsto.

Sua madre, una donna estremamente esigente, ha pianificato in un cronoprogramma dettagliatissimo l’intero progetto di vita di sua figlia. Lo studio assiduo e cronometrato ha l’obiettivo di farla ammettere ad una delle scuole più prestigiose della zona. Ma, per fortuna gli imprevisti distolgono ogni tanto l’attenzione dai libri e permettono alla bambina di scoprire un’altra possibilità di essere al mondo. Il suo vicino di casa è uno strampalato e anziano aviatore, che vive in una casa fantasiosa piena di disordine, colori e natura e un vecchio aeroplano nel giardino.

Nascerà pian piano un’amicizia fra i due e presto la bambina si lascerà affascinare dai racconti dell’aviatore sul piccolo principe, che lui stesso avrebbe incontrato in uno dei suoi viaggi. In un’atmosfera di gioco e amicizia, la bambina rivivrà il viaggio in aeroplano alla ricerca del piccolo principe, che ritroverà e riporterà sul suo pianeta, separandosi da lui, ma pur sapendo di non lasciarlo mai più.
Un altro legame ritrovato sarà con sua madre, con la quale nel finale, si ritroverà a contemplare le stelle, con un telescopio… e anche con il cuore, per raggiungere quell’essenziale invisibile agli occhi, che sembra essere il leitmotiv di tutta la storia.

Il film è un racconto nel racconto, narrato attraverso due tecniche diverse d’animazione, la moderna CGI per la storia portante dei giorni nostri e la stop-motion per rievocare la narrazione del piccolo principe e le suggestive e surreali atmosfere delle illustrazioni su carta di Saint-Exupéry.

Forse la schematicità con cui si vuole mettere in risalto la distanza fra mondo adulto a volte troppo addomesticato alla fredda produttività e il mondo fanciullo che irrompe con la genuinità e l’entusiasmo di un esploratore, a volte stride e non rende sufficientemente omaggio alla poetica dell’opera del lontano 1943.

Tuttavia, il regista ha voluto usare il racconto del piccolo principe proprio come una favola, immergendola nella storia di oggi, rendendo tangibile il rischio che si corre se in noi si spegne la capacità di desiderare e di esplorare.

Commuove la gioia dell’anziano aviatore nel sapere che finalmente può condividere la sua storia con qualcuno pronto ad ascoltarla, custodirla e tramandarla. In tutto il film si vedono entrare e uscire dalla scena fogli sparsi e svolazzanti della storia del piccolo principe e dei suoi disegni… e sul finire, la bambina regalerà all’aviatore tutti quei fogli rilegati in un libro, quasi a sancire la cura e la custodia di una memoria preziosa.

Il piccolo principeDopotutto, questa è una storia su come si creano i legami e sulla potenza che sprigionano, ma è anche una storia sulla separazione, necessaria a diventare adulti… pur conservando la memoria del gioco e la fiducia negli altri.

E’ anche una storia sul prendersi cura… sulla dedizione e il valore che rendono qualcosa o qualcuno veramente speciale per noi.

E’ una storia sull’essenzialità, laddove per essenziale non si intende solo “necessario”, “imprenscindibile”, ma soprattutto essenza dell’essere, ciò che ne costituisce la sua sostanza profonda.

Ma soprattutto è una storia sul volo… che affascina da sempre l’essere umano, perché permette di slanciarsi da terra, viaggiare in mondi sconfinati della propria fantasia, senza mai precipitare, ma pur sempre con il brivido di cadere. Volare per raggiungere le parti di noi più sconosciute o dimenticate, per coltivare quel bambino interiore che dà luce e colore alla nostra vita.

Un volo che è insieme avventura, rischio e incertezza, ma soprattutto coraggio di inseguire i propri sogni e… libertà di andare e… ri-tornare.

Marzia Roberto
Psicologa – Psicoterapeuta

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3 pensieri su “Il Piccolo Principe e l’emozione del volo

    • …quando siamo concentrati su qualcosa che ci interessa e appassiona, diventiamo più ricettivi e anche più in sintonia con i “messaggi” che ci circondano… la casualità può diventare magica… e allora siamo sulla strada giusta per noi!
      Attendiamo il tuo articolo dunque… buona scrittura 🙂

      Piace a 1 persona

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